ABBIAMO MIGLIORATO LA SOPRAVVIVENZA DELL'ARRESTO CARDIACO IN OSPEDALE? di Andrea Fabbri, MD - DEA di Forlì

05.08.2009 20:10

 Le manovre di rianimazione cardio-polmonare si sono trasformate da un intervento praticato in particolari situazioni cliniche ad una risposta sistematica a livello sia intra-ospedaliero che extra-ospedaliero, in un soggetto in arresto cardiaco.  

 

Negli anni le soluzioni organizzative hanno tentato di migliorare l’efficienza della risposta puntando sulla  tempestività dell’intervento in particolare nei casi di arresto cardiaco extra-ospedaliero. Non è tuttavia mai stato verificato se diversi modelli applicati a livello intra-ospedaliero portavano a risultati diversi in termini di sopravvivenza anche perché i dati pubblicati indicano percentuali di sopravvivenza alla dimissione molto diversi fra loro (6% - 26%).

 

Questo studio analizza tendenze in termini di incidenza, caratteristiche, predittori e percentuali di sopravvivenza in un ampio database di 433.985 soggetti rianimati dopo un arresto cardiaco intra-ospedaliero dal 1992 al 2005. La sopravvivenza globale alla dimissione è risultata 18.3% (95%CI 18.2% – 18.5%), senza variazioni nel corso degli anni

 

L’incidenza delle rianimazioni cardiopolmonari è risultata 2.73 per 1000 soggetti ricoverati, più frequente nei soggetti di razza scura, e in razze diverse da quella bianca. Nel corso degli anni si è assistito ad un incremento dei fallimenti dopo rianimazione, in particolare in tutte le razze diversa da quella bianca. La sopravvivenza è risultata inferiore nei soggetti di sesso maschile, di età avanzata, con co-morbidità,  degenti presso strutture con assistenza infermieristica. 

 

La sopravvivenza dopo aggiustamento per gli altri predittori risultava inferiore del 23.6% nei soggetti di razza scura (95%CI 21.2 – 25.9) rispetto ai soggetti di razza bianca. L’associazione fra sopravvivenza e la razza veniva solo in parte spiegata dal fatto che i soggetti di razza scura venivano più frequentemente sottoposti ad una rianimazione in centri dove la probabilità di sopravvivere era inferiore rispetto agli altri. Nel corso degli anni va segnalata una riduzione del numero di casi dimessi al domicilio, a fronte di un aumento del numero di casi trasferiti in strutture tipo lungodegenza.

 

Conclusioni: la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco intra-ospedaliero non è affatto migliorata dal 1992 al 2005. E’ aumentato sia il numero dei soggetti rianimati che il numero dei tentativi falliti in particolare nei soggetti di razza scura.

 

 

Epidemiologic Study of In-Hospital Cardiopulmonary Resuscitation in the Elderly Ehlenbach WJ et al. N.Engl.J.Med. 2009; 361:22-31.

Cerca nel sito

(Dedicated to the Wise-Man R.SJV) 

 "I am working hard, I am carefully preparing my next error"  - "Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore"

Bertolt Brecht 

 SEGUICI ANCHE SU... Follow MedEmIt on Twitter

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

MedEmIt ti aiuta? Aiuta MedEmIt!!!

Aiutaci a mantenere questo Sito. Dai quello che puoi! Siamo tanti e con pochi euro da tutti riusciremo a farlo! 

 

 Fai la tua DONAZIONE in modo sicuro online tramite Pay Pal o Carta di credito (clicca sul pulsante "donazione")

   

 

 

o in Banca tramite IBAN 

IT 56 T  05390  03000  000000091682

Banca popolare dell’Etruria e del Lazio - Agenzia 1, Perugia - Intestato a “Medicina d’Emergenza Italia – MedEmIt” 

 

 
MedEmIt La Stazione della formazione in Medicina d'urgenza