ATTENZIONE A CONFIDARE NEI TRADIZIONALI FATTORI DI RISCHIO PER CARDIOPATIA ISCHEMICA

28.07.2009 18:42

La tentazione di avere punti di riferimento “sicuri” per dimettere o ricoverare pazienti ad elevato rischio che si presentano in PS con dolore toracico è elevata. Si cerca l’elemento che ci dia la certezza di non sbagliare. Tradizionalmente veniva sottolineata l’importanza dell’anamnesi alla ricerca di fattori di rischio per cardiopatia ischemica, ma negli ultimi anni si è visto che una elevata percentuale di pazienti che sviluppa un IMA non ha “anamnesi positiva per tali “fattori di rischio” (tanto che nelle ultime linee guida ACC/AHA sulla gestione del pazienti con dolore toracico, il ruolo che si da a questi fattori è stato molto ridimensionato.

 

Il TIMI risk score (Thrombolysis In Myocardial Infarction) assegna un punto in caso di presenza di tre o più di questi fattori di rischio, e l’aumento del TIMI risk correla con il rischio di morte, infarto miocardio o necessità di rivascolarizzazione in urgenza nelle due settimane successive. Lo score viene usato per stratificare i pazienti che vengono in PS con angina instabile o NSTEMI.

 

Considerando queste premesse, gli autori di questo articolo pubblicato l’anno scorso su Resuscitation hanno condotto uno studio su pazienti del DEA per valutare il peso che i tradizionali fattori di rischio hanno per la diagnosi o l’esclusione dell’IMA. Pazienti con oltre 25 anni che si presentavano al DEA con dolore toracico comparso nelle 24 ore precedenti, e per i quali era supposta una origine cardiaca.

 

I pazienti venivano seguiti per i 6 mesi successive. Outcome primario: IMA. Di 796 pazienti inclusi nella analisi finale, 148 hanno avuto un infatto miocardico. Non si osservava un aumento di incidenza di IMA all’aumentare del nuero dei fattori di rischio. Inoltre, il 12% dei pazienti nei quali  veniva posta diagnosi di infarto miocardico acuto NON aveva i tradizionali fattori di rischio.

 

La gestione dei pazienti che vengono in PS con dolore toracico rimane una sfida. I fattori di rischio tradizionali possono non essere utili per individuare I soggetti che svilupperanno un IMA. Un attenta analisi dell’elettrocardiogramma, l’approfondimento della anamnesi relativa ai sintomi e la gestione che comprenda test provocative, quando indicata, rimangono I veri punti di riferimento per una corretta gestione.

 

Body R, McDowell G, Carley S, Mackway-Jones K. Do risk factors for chronic coronary heart disease help diagnose acute myocardial infarction in the Emergency Department? Resuscitation 2008;79:41-5

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